Ed è passato agli archivi anche il secondo evento targato AEW, vale a dire Fyter Fest, un evento di transizione delle storylines tra Double or Nothing e Fight for the Fallen.
Ma vediamo come è andato più nel dettaglio!
Si parte con l'ora dedicata al kick off e devo ammettere che l'ho trovata più piacevole di quella di Double or Nothing, vuoi perchè le aspettative erano più basse e vuoi perchè non c'era in programma nessuna confusionaria battle royal. L'opener tra i tag team dei Best Friends, dei Private Party e degli SCU mi ha divertito molto e ha visto prevalere i Best Friends, che si assicurano un turno in meno nel futuro torneo per incoronare i campioni di coppia. Al di là di quello che c'era in palio, un mero pretesto, nessuno ha sfigurato e ho trovato i Private Party davvero spettacolari e in sintonia tra loro.
Si passa poi al match femminile che vede Allie sconfiggere Leva Bates (già vista ad NXT come Blue Pants). Poco più di un segmento comedy.
Il kick off si conclude con l'hardcore match (mixato al comedy, in realtà) tra Michael Nakazawa ed Alex Jebailey, che non è un wrestler, ma è il capo della CEO, l'organizzazione di e-sport che ha organizzato l'evento insieme alla AEW. Incredibilmente il tutto ha un senso, il pubblico si diverte e la vittoria arride al giapponese.
L'evento vero e proprio si apre nella maniera più solida possibile: due veterani come Christopher Daniels e CIMA uno contro l'altro, con la vittoria che giustamente arride al secondo, visto che dovrà a breve affrontare Kenny Omega. Ma non si può non levarsi il cappello di fronte a Daniels, che continua a regalarci prestazioni davvero maiuscole.
Si passa poi al secondo match femminile tra Nyla Rose (che donna vera e priopria non è, essendo una lottatrice transgender) e le nipponiche Riho e Yuka Sakazaki. Si assiste alle due che che fanno combutta per sconfiggere la Rose, ma poi vince la Riho e l'alleanza pare sfaldarsi, nel disinteresse generale. Dopo due eventi e tre incontri mi sento di affermare che, per ora, la categoria femminile è di gran lunga l'anello debole della AEW: poco star power, nessuna storyline decente e quindi gli incontri non interessano a nessuno. Urgono nuovi innesti nel breve termine.
Si passa al match a quattro tra Hangman Page, MJF, Jimmy Havoc e Jungle Boy. Vince in maniera scontata Page, già lanciato nei piani alti, ma il match è assolutamemte godibile, con tutti gli atleti in ottima vena. E poi MJF fa dei promo eccelsi e sa come farsi odiare. Farlo vincere qualche volta, magari in maniera sporca, non guasterebbe.
Lo show continua con il match tra Cody e Darby Allin, che fa il suo esordio nella federazione. Conoscendolo già dalle indies apprezzavo già il personaggio di Allin e Cody è molto bravo a renderlo over per tutto l'incontro, che si chiude in un pareggio per raggiunti limiti di tempo (cosa che fa molto vecchia NWA). E poi arriva Shawn Spears (Tye Dillinger in WWE) che colpisce con un'impressionante sediata in testa Cody. Esce davvero tanto sangue e tutti, a casa e nell'arena, abbiamo pensato che Cody potesse essersi fatto seriamente male. Per fortuna così non è stato e interessante rivalità in rampa di lancio, avendo protetto benissimo anche Allin.
Ci si avvicina alla parte finale della card con il classico spot fest che vede contrapposti Kenny Omega & The Young Bucks ai The Lucha Bros. & Laredo Kid. Vincono i primi e tutto sommato giusto così, visto che Kenny Omega è l'uomo di punta della federazione, però mi aspetto che ai Lucha Bros. in futuro venga riservato un miglior trattamento in termini di vittorie. Vero che non parlano inglese, ma una storia la sanno portare avanti benissimo anche solo con la mimica facciale, soprattutto quella di Pentagòn Jr.
E finalmente arriviamo al main event, che è un Non-Sanctioned Match tra Jon Moxley e Joey Janela. Abbiamo venti minuti di sano hardcore vecchio stile, nel quale i due non si risparmiano in nulla, usando bene anche le armi di contorno. Ovviamente alla fine vince l'ex Dean Ambrose, che però, altrettanto ovviamente, viene attaccato da Kenny Omega, che ricambia il favore di Double or Nothing. E siamo certi che questa storyline potrà davvero offrirci tanto spettacolo per molto tempo.
Partendo da aspettative minori di quelle di Double or Nothing la AEW sforna un gran bello show di wrestling, che però fa avanzare anche le storylines. A parte la categoria femminile tutto sembra avere un senso logico (e sì, mi sto rivolgendo alla WWE), anche se è ovviamente più facile preparare uno show al mese che non quello settimanale. Quanto finalmente vedremo la AEW in tv capiremo realmente di che pasta sono fatti, anche perchè ci è già stato detto che la violenza sarà senza dubbio minore, ma per adesso direi che la strada segnata è ottima e non ci possiamo proprio lamentare.
Per oggi è tutto. A presto!
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