In AEW si discute ancora della scomparsa e poi ritrovata cintura del neo campione Chris Jericho, spersa nei meandri di una bisteccheria di Tallahassee, Florida. Se ne parla a tal punto che, quelle news che sembravano essere fonte infinita di discussione, a partire dall'assenza di Jon Moxley, sono già passate nel dimenticatoio. Compreso il recente PPV, All Out. E nel frattempo, cosa succede in casa WWE?
In casa WWE continua il Torneo King of the Ring, contornato da una Bayley che finalmente passa heel, un sosia di Erick Rowan che sparisce e componenti del writing team che vengono trovati addormentati sul posto di lavoro.
Tolte forse le prime edizioni, quelle targate anni 80, il King of the Ring non è mai stato qualcosa di troppo serio. Del resto, tranne per alcuni personaggi "pittoreschi", solo il fatto che il campione indossi corona, scettro e mantello, già predispone lo spettatore a non equiparare il KOTR ad un qualsiasi titolo o alla prestigiosa vittoria di una Royal Rumble. Ma tant'è, quantomeno un tempo i partecipanti erano di spicco, così come spesso lo sono stati i vincitori e, attorno ai vari "Re" che si sono succeduti, spesso si sono create storie interessanti o di rilievo, cosa che non si può dire con l'avvento del nuovo millennio e dei relativi campioni.
Nel tempo, il King of the Ring, si è trasformato in un torneo che ha avuto come unico scopo quello di liberare il creative team dal gravoso compito di mettere su un paio di storyline decenti; si imbastisce un torneo con mid carder, si fanno un paio di match a settimana e... Et Voilà, il gioco è fatto e per un mesetto si tira il fiato, sperando di catalizzare l'interesse di qualcuno.
L'edizione 2019 del King of the Ring non differisce molto da quanto appena detto ma, onestamente, devo riconosce che il lavoro fatto non è stato poi così male, anzi. Sebbene i nomi dei pretendenti al trono non siano altisonanti, la promozione per l'evento è stata notevole e i match visti di ottimo livello e lunga durata, cosa inconsueta di questi tempi. In questa edizione pare si prediliga dare spazio a quei talenti che solitamente spazio non ne trovano, quindi dentro anche i Low Carder oltre ai Mid, vedi ad esempio Chad Gable, Ali, Buddy Murphy e Cedric Alexander, tutti protagonisti di ottimi match con Gable ancora in gara.
Nel momento in cui scrivo siamo alla viglia delle semifinali e, ovviamente, non poteva mancare il tocco "creativo" nell'unico momento in cui la creatività andava lasciata a casa. Nei quarti si sfidano Samoa Joe e Ricochet e finisce per doppio schienamento. Eliminati entrambi? Rematch? Macchè, Triple Threat fra Baron Corbin, Samoa Joe e Ricochet nella semifinale, col "povero" Corbin infuriato che ancora si chiede "Ma che c'azzecca?", come direbbe il buon Di Pietro (e anche il più idiota fan del wrestling)...
"Ovviamente" c'azzecca perché quello che sarà incoronato "Re" a Clash of Champions, ovvero Baron Corbin, neanche in un torneo come il King of the Ring, secondo quello che è lo standard del wrestling odierno, può vincere pulito e quindi usufruirà della vittoria che durante il match sicuramente si meriterà Ricochet. Ma tant'è, this is wrestling e non ci sorprendiamo più di tanto.
E come capite siamo passati ai pronostici, altrettanto intuibile che il mio vada per Baron Corbin. King Corbin... Non sentite come suona bene? King Elias stona, King Gable sarebbe solo come cambiare una consonante al fu King Mable, King Joe è veramente orrido! King Ricochet non suonerebbe male ma, scherzi a parte, se c'è uno che può rendere divertente e arrogante l'indossare corona e mantello, mandando in bestia i fan nelle arene, quello è solo Baron Corbin. Anche Elias non sarebbe male ma mal gli si addirebbe l'abito e il titolo regale. No, Corbin è il perfetto Re, l'unico che ne potrà sfruttare appieno la gimmick e l'unico che i fan avranno piacere nel vederlo colpito allo stomaco dal suo stesso scettro.
Io già me la godo: All Hail King Corbin!
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