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lunedì 7 ottobre 2019

Hell in a Cell - Il PPV (e il Review) che non ti Aspetti

Hell in a Cell - Il Review che non ti Aspetti
Mi limiterei ad un sintetico "cosa diavolo hanno combinato" per questa breve review di Hell in a Cell, perché "cosa diavolo hanno combinato" è l'unica domanda possibile e alla quale trovare risposta è discretamente complicato.

Preparatevi a una serie di beep televisivi di censura e metteteli dove volete perché, dato che qui non siamo su vattelappescawrestling.com dove dobbiamo rendere conto a qualcuno, qualche parolina di troppo, perdonatemi, mi sfuggirà...

Quello che abbiamo visto durante l'Hell in a Cell Match fra Bray Wyatt e Seth Rollins, è forse la più grande puttanata nella storia del wrestling. Una squalifica dove la squalifica non è prevista e per cosa? Per una "martellata" con il famigerato Sledgehammer di Triple H, dopo che Rollins aveva già usato il possibile nel tentativo di mettere KO il Fiend. Il tutto condito da un booking osceno, dove 2/3 del match è stato passato con Wyatt sdraiato per terra come un pesce morto del cazzo e Seth Rollins a randellare senza peraltro provare neanche più il pin. Geniale! Talmente geniale che già mi immagino le notti insonni di Cody Rhodes e compagni passate a farsela addosso dalle risate e che forse, per questo, non prepareranno al meglio lo show di mercoledì.

Però... Però c'erano le porno lucine rosse che rendevano l'atmosfera così... Demoniaca? Mavvaffanculo! Se questo finale non fosse stato a Sacramento ma in un'arena decisamente più calda, l'inferno glielo avrebbero fatto vedere i fans a questi imbecilli. Fortuna loro, i fan si sono limitati a gridare "AEW!" e "Refunds!"

E del main event non ne voglio nemmeno più parlare, sono troppo incazzato, così come non parlerò del resto della card perché preferisco affrontare il vero tema di questo Hell in a Cell.

Venivamo da quella che forse è stata la settimana più importante nella storia del wrestling, quantomeno nel boom dell'era moderna e in un periodo in cui internet è a portata di tutti, non come in altri periodi storici. Dopo un ottimo RAW, una incredibile "guerra" a suon di viewership fra NXT e Dynamite, concludendo con uno stratosferico episodio di Smackdown, tutti si aspettavano la ciliegina sulla torta domenicale con questo PPV. Ma intanto i giorni passavano e la card rimaneva quella di settimane fa, con 3 match annunciati e stop, quasi che la WWE si fosse scordata di Hell in a Cell. Il match fra Charlotte e Bayley (che peraltro ha visto il cambio di titolo) viene annunciato al sabato, mentre ben 4 match, del tutto insignificanti e privi di storyline, vengono aggiunti alla card solo un'ora prima dello show. Ma ci prendono per il culo o cosa?

Il fatto, tanto importante quanto purtroppo triste, è che la WWE è la solita macchina lucrativa che se ne sbatte le palle dei fan, che pensa solo ai soldi facili e che, come conseguenza, se ne frega altamente dei PPV. Signori miei, 9.99 miseri dollari al mese per quel milioncino di iscritti al Network, ormai perennemente fallato e nemmeno più utilizzabile tramite Chromecast, sono una MISERIA se comparati ai contratti televisivi multimilionari e ai ricavi da social network (in particolare Youtube). A Stamford si son fatti 2 conti, si sono sbattuti come matti per questa settimana più che brillante sulle varie reti tv e hanno ignorato a tal punto Hell in a Cell, che addirittura hanno buttato nel cesso quanto di buono fatto con Bray Wyatt fino all'altro ieri. E c'era da aspettarselo...

Qui non è più questione di preferire lo show della WWE o quello della AEW, forse non è più nemmeno una questione di booking o di una gestione creativa errata. Più semplicemente, la WWE appare sempre più orientata a produrre superstar televisive per show intrattenitivi delle 8 di sera, dove far apparire le loro stelle incravattate all'interno di uno studio tutto lustrini e specchi nei quali, il wrestling, non c'entra niente. E se per questo serve Bray Wyatt a leggere le previsioni del tempo, oggi sereno, domani previsti temporali.

E dato che mi girano discretamente le palle e sono le 6 del mattino, la chiudo qua.


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