Riprendo con le parole con le quali vi avevo lasciato qualche giorno fa, in occasione del preview di Super Showdown e da queste riprendo il discorso perché, quello che era il match più atteso, Undertaker vs. Goldberg, purtroppo ha lasciato un grande amaro in bocca in tutti noi e lo ha lasciato per quella sconcertante sequenza finale di errori che... Già, che cosa? Che ci mettono di fronte al passare degli anni? Che ci fanno capire che per queste due assolute leggende è arrivato il momento di appendere gli stivaletti al chiodo?
Sul finale del match, del quale presumo non vedremo replay, Goldberg va per il Jackhammer e non riesce ad alzare Taker, lasciandolo cadere molto pericolosamente sul collo. Goldberg poi va per eseguire il famoso Tombstone (che Undertaker avrebbe dovuto rovesciare) e, anche questa volta, ne esce fuori una cosa orrenda coi due che finiscono per terra. Taker allora decide di chiudere il match con una rapida Chokeslam (anch'essa mezza riuscita), come per dire: "Basta così, andiamocene a casa o qualcuno finisce per farsi male." E il volto di Undertaker nel post match è abbastanza esplicativo: incredulo, deluso, incazzato nero, probabilmente un mix di tutto, tanto che stenta a ritrovare la compostezza per le rituali pose finali.
Ma non c'è solo questo. In precedenza, Goldberg "vende" un po' troppo l'andare a sbattere contro il paletto fallendo la Spear su Undertaker, col risultato di rompersi la capoccia e procurarsi, come poi riportato dal Wrestling Observer, una commozione cerebrale. Come se non bastasse, Undertaker esegue poi il Tombstone in maniera non propriamente perfetta, mettendo a repentaglio la cervicale di Goldberg.
Goldberg stesso, poche ore più tardi, chiede scusa ai fan dichiarando di essersi messo KO da solo e, per finire, spunta fuori un video in cui si vede Goldberg svenire a terra a bordo ring, subito dopo la conclusione del match, in evidente stato confusionale.
Knocked myself out and thought I could finish.... love my fans.....but let u down. Everyone else that found “pleasure” ..... hope ur happy— Bill Goldberg (@Goldberg) 7 giugno 2019
Che questi due assieme facciano 106 anni lo sappiamo tutti, così come sapevamo che, ovviamente, il match avrebbe potuto regalare solo poesia e ben poco agonismo. Come detto nel precedente articolo, Undertaker è ormai in declino, non solo per l'età ma soprattutto per i numerosi acciacchi e interventi subiti negli ultimi anni. Ma Goldberg no. Sebbene sicuramente non esplosivo come ai bei tempi che furono per ovvi motivi, durante il regno da Universal Champion di non molto tempo fa aveva dimostrato di poter stare sul ring anche contro Brock Lesnar, rendendo il titolo del tutto credibile. E conoscendo Goldberg, credo nessuno possa sospettare un mancato impegno nella preparazione fisica per questo match, quindi tendo a giustificare quanto avvenuto a Super Showdown proprio per quella commozione cerebrale e alla copiosa perdita di sangue che, ahimè, ha dato vita ad uno dei più brutti capitoli nella storia del wrestling in generale, non solo relativa ai due.
Detto questo però, malgrado i soldi che possano essere stati offerti per avere questo match in quel di Jeddah, la WWE deve smettere di pretendere un certo tipo di prestazione da chi non se lo può più permettere o che comunque rischia provandoci. E deve smetterla non solo per la brutta figura che comunque rimarrà storica, ma soprattutto per la sicurezza dei propri atleti. Il wrestling è uno sport pericoloso e questi due hanno veramente rischiato di farsi male, malissimo. E dato che non puoi pretendere la perfezione da atleti di 20 anni che spesso si infortunano, a maggior ragione non la puoi pretendere da ultra 50enni, sicuramente più inclini all'errore e altrettanto sicuramente non in grado di recuperare alla stessa maniera di un giovane.
Ci sono tanti modi in cui poter sfruttare leggende del passato fino anche all'ultimo dei loro giorni, primo fra tutti il ruolo da manager che tanto spazio ha avuto negli anni passati e che oggi viene totalmente ignorato. Uno con la gimmick di Undertaker poi, sebbene la cintura sia sempre stata l'ultima delle sue caratteristiche, avrebbe forse potuto vincere altri 50 titoli o comunque recitare un ruolo da protagonista negli ultimi 20 anni invece di essere trattato solo come mera attrazione per WrestleMania, talvolta pure in modi del tutto discutibili. Undertaker è il Phenom, il Dead Man, l'indistruttibile e l'imbattibile o almeno lo era fintanto che la WWE ha deciso che anche un personaggio del genere dovesse risultare più "umano", subire, vendere colpi e cadere al tappeto come tutti i comuni mortali. Undertaker avrebbe potuto continuare a fare i suoi soliti promo fino a cento anni e a vincere match con una singola Chokeslam, continuando a far delirare i fan e ad accrescere la propria leggenda (e quella dell'intera WWE).
E invece no, lo vuoi ancora in match da 20 minuti, lo vuoi ancora a camminare sulle corde, lo vuoi veder eseguire Chockslam su avversari che pesano 130 kg e lo vuoi in grado di eseguire Tombstone perfetti dopo tutti gli acciacchi avuti. Eccovi accontentati. Quella che doveva essere "una resa dei conti" fra 2 leggende che non si erano mai incontrare, si è rivelato un triste Super Showdown con la realtà.
Che serva di lezione...
Nessun commento:
Posta un commento